LA CARTA

LA CARTA DI ROMA 2020

IL DIRITTO A PRENDERE PARTE PIENAMENTE E LIBERAMENTE ALLA VITA CULTURALE È VITALE PER LE NOSTRE CITTÀ E COMUNITÀ

Ogni individuo ha il diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico e i suoi benefici.

Articolo 27, Dichiarazione Universale dei Diritti Umani

 

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Preambolo

Noi siamo la città. Ciascuno di noi. Sono le nostre convinzioni, i nostri valori e le nostre attività creative – le nostre culture – a dare forma a una città di pietre e sogni. Una città che, nel bene e nel male, è il tessuto della nostra immaginazione, individuale e collettiva, e che per questo ha il compito di supportare ciascun abitante affinché possa sviluppare il proprio potenziale, contribuendo così alle comunità di cui fa parte.

Ogni cultura è espressione di valori, una risorsa condivisa e sempre rinnovabile in cui ci incontriamo, comprendiamo quello che può unirci e come entrare in relazione l’un con l’altro, pur nelle rispettive differenze, in uno spazio condiviso. Queste differenze, che esistono nelle e tra le culture, devono essere riconosciute, con esse è necessario confrontarsi. Una città inclusiva, democratica e sostenibile favorisce tale processo e, nello stesso tempo, ne viene rafforzata. La cultura è il bagaglio creativo grazie al quale possiamo immaginare risposte a sfide comuni. In certi casi essa stessa rappresenta una soluzione, in altri è lo strumento attraverso cui individuare soluzioni.

La Carta di Roma viene pubblicata in un momento difficile e incerto. La crisi del COVID-19 mostra con chiarezza quanto gli attuali modelli di sviluppo e i loro assunti debbano necessariamente essere ripensati. Allo stesso tempo, per essere inclusivi e sostenibili, i nuovi modelli devono fondarsi su un vero e proprio spirito di democrazia culturale. La Carta è una promessa ai cittadini di Roma, e a tutte le città del mondo. Non sarà semplice porre le nostre culture, comuni e vive, al centro della definizione di nuovi modelli di sviluppo, ma è solo così che, insieme, recupereremo e ricostruiremo le nostre vite.

Capacità culturali

Le pubbliche amministrazioni, i governi nazionali e locali hanno obblighi giuridici in materia di partecipazione alla cultura, obblighi sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, così come da altri trattati e convenzioni internazionali. Operando in sinergia con tutti gli altri attori coinvolti, essi devono realizzare politiche efficaci e risorse adeguate per soddisfare tali obblighi, o le loro promesse non saranno che pura retorica.

Una città che opera per realizzare una democrazia culturale assolve il proprio dovere di sostenere i suoi abitanti a:

SCOPRIRE le radici culturali, in modo che essi possano riconoscere il loro patrimonio, l’identità e il posto che occupano nella città, e insieme comprendere tutto ciò negli altri;

CREARE espressioni culturali, così che possano essere parte attiva della vita della città e quindi arricchirla;

CONDIVIDERE culture e creatività, per rendere più profonda e ricca la vita sociale e democratica;

VIVERE E GODERE le risorse e gli spazi culturali della città, così che siano per tutti fonte d’ispirazione, crescita e rigenerazione;

PRENDERSI CURA delle risorse culturali comuni della città, affinché tutti possano beneficiarne, oggi e negli anni a venire.

La Carta di Roma 2020 immagina una città più inclusiva, più democratica e sostenibile. La sua realizzazione è nelle mani di coloro che la abitano, è nelle mani di ciascuno di noi.
 

UNA NOTA ESPLICATIVA DELLA CARTA

Le parole chiave delle capacità culturali sono tutti verbi, e quindi sono azioni: suggeriamo di seguire una progressione ciclica per un approccio dal basso verso l’alto, incentrato sulle persone

Scoprire
le radici culturali, così da sentire come nostro il patrimonio culturale, l’identità e il posto che ciascuno di noi occupa nella città
Ognuno custodisce il proprio patrimonio, personale e condiviso, un’eredità che proviene dalla famiglia e dalla comunità, che ha a che fare con il corpo e con il tempo. Ma è anche importante che ciascuno sviluppi la capacità di comprendere patrimonio, radici e storie degli altri

Creare
la nostra personale espressione culturale, in modo che essa possa far parte della vita della città e arricchirla
La partecipazione alla vita culturale include la possibilità di “creare”, avendo a disposizione i mezzi e le risorse, la formazione, l’istruzione e il tempo che consentano di dare forma alla nostra creatività – sia che essa riguardi il canto, la danza o il cucito, la programmazione di un gioco per computer o l’immaginazione di un altro, possibile, futuro

Condividere
culture e creatività, per arricchire e rendere più profonda la vita sociale e democratica
Il gesto creativo porta con sé il diritto e la capacità di condividere le proprie creazioni con chiunque sia interessato ad ascoltare, guardare, criticare, discuterne. Ciò non significa che tutto debba necessariamente avere il medesimo valore: significa accettare che ogni cosa abbia il diritto di esistere, per essere poi apprezzata o non apprezzata

Vivere e godere
tutte le risorse culturali della città, in modo che possano essere fonte d’ispirazione, di crescita e rigenerazione
È grazie alla possibilità di accesso alla cultura che sviluppiamo la capacità di scegliere tra ciò che ci piace e ciò che non ci piace, formando così i nostri valori, la nostra identità. Si può ereditare un determinato patrimonio culturale, certo, ma poi si sceglie se diventare un rapper piuttosto che un cantante lirico. E se la cultura a cui apparteniamo non procura in noi sensazioni piacevoli – se non ispira e non rigenera – che valore ha farne parte?

Prendersi cura
delle risorse culturali comuni della città, in modo che tutti possano beneficiarne, ora e in futuro
Dobbiamo sviluppare la capacità di prenderci cura di tutte le culture, di conservarle e di trasmetterle, anche nel caso in cui non ci appartengano, evitando che vengano disperse deliberatamente o per banale negligenza. In questo senso la cultura non è diversa dalla biodiversità: l’intero ecosistema dev’essere essere protetto perché interdipendente

 

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